TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE (Art. 21 Cost.)
martedì 4 aprile 2023
AL SUD SEMPRE E SOLO SPAZZATURA: LA MALA POLITICA DEVASTA DUE MERAVIGLIOSI TERRITORI PER REALIZZARE UN INUTILE MOSTRO DI ACCIAIO.
Cantieri del ponte situati nella Zps Costa Viola
domenica 5 marzo 2023
“Nous per Reggio” tenta di bloccare legalmente la distruzione di Piazza De Nava
Uno degli ultimi simboli storici della città
di Reggio Calabria sta per essere demolito, in barba alle regole, per fare
spazio alla realizzazione di una gelida superficie marmorea che cancellerà l’originario
e tutelato stile Liberty e il quasi secolo di ricordi e d’importanti
avvenimenti che nel tempo si sono susseguiti, richiamando nella splendida
“Piazza balconcino” la presenza di migliaia di persone.
Piazza
De Nava è sempre stata apprezzata più delle altre Piazze cittadine, soprattutto
dai bambini e dalle mamma in dolce attesa, sia in occasione della ricorrenza delle feste Mariane, sia di
tutte quelle altre manifestazioni a testimonianza dei nostri usi, costumi e
tradizioni. Proprio la particolare conformazione rialzata rispetto al piano
stradale del Corso Garibaldi, è meta preferita dai reggini, perchè permette a tutti di poter guardare dall’alto
verso il basso. Ma il principio fondamentale su cui si basa la tutela di Piazza
De Nava, ovviamente non è soltanto di natura sociale o affettiva, ma bensì, e
soprattutto di natura Legislativa, poiché la Piazza è ubicata all’interno del
perimetro della zona urbana di notevole
interesse pubblico, avendo valore estetico e tradizionale, costituito dal complesso
degli edifici che pur costruiti all’inizio del 900, hanno rilevante valore
estetico e compositivo.
La
scellerata decisione dell’Amministrazione Comunale di voler demolire la storica
Piazza De Nava, ha suscitato le ire di tutti i componenti e del Direttivo dell’Associazione Politico Culturale “Nous per
Reggio” nella persona del Presidente Antonio Vacalebre e del Segretario
Pietro Marcianò, che hanno provveduto a trasmette alla Procura della Repubblica
un esposto denuncia, formulato sulla scorta della convinzione che
l’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria e la Soprintendenza per i Beni Architettonici
e Paesaggistici, non abbiano tenuto conto della valenza storica, architettonica
e culturale della Piazza, violando le disposizioni di Legge che tutelano i beni
culturali e paesaggistici. E a tal proposito corre l’obbligo di menzionare le
fonti normative che tutelano l’area di Piazza De Nava e non solo, in primis il DECRETO MINISTERIALE 23 GENNAIO 1976, pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale n° 252 del 22 settembre 1976, dal quale prende forma e sostanza giuridica il vincolo paesaggistico.
L’Associazione “Nous Per Reggio” ha ritenuto di dover chiedere al Procuratore Capo Dott. Giovanni Bombardieri di disporre l’immediato intervento dei competenti Organi accertatori, al fine di verificare e acclarare eventuali abusi e responsabilità in merito alla decisione di demolire Piazza De Nava.
Chi è preposto a far rispettare le regole non le può eludere.
venerdì 2 dicembre 2022
LO STRETTO SENZA PONTE, NON FARA' MALE A NESSUNO
Il ponte sullo stretto? Un’opera fine a se stessa
Nominato Ministro dei trasporti, il “cazzaro” Salvini, esordisce
dall’alto del suo Ministero delle Infrastrutture con lo spolverare la oramai
accantonata idea di realizzare il ponte sullo stretto, cosa che riflette tutta l’arretratezza culturale di
una classe politica che concepisce le infrastrutture solo in termini
d’investimenti che generano domanda di consumi e falsa occupazione.
Il Ponte, qualora fosse
possibile realizzarlo, sarebbe inutile e, pensare che possa servire come alcuni
personaggi dichiarano a collegare l’Europa all’Africa, ...è puramente demenziale.
Le migliori alternative per muoversi, sono le navi. Spostano persone e merci con un costo notevolmente
inferiore, riducendo l’inquinamento dell’80%. Imbarcare i TIR a Genova o Salerno
per la Sicilia è il miglior modo per il trasporto delle merci verso la Sicilia
e viceversa.
La maggior parte
delle persone invece, ormai si sposta quotidianamente in aereo e i grandi
flussi migratori in automobile si verificano soltanto due o tre volte l’anno,
durante i ponti delle festività Natalizie, di Pasqua e a ferragosto. La
diminuzione del numero dei passeggeri tra Messina e Villa San Giovanni è stata
significativa negli ultimi due decenni. La Sicilia, oggi detiene il primato di
sei aeroporti: Catania; Palermo; Trapani; Comiso; Lampedusa e
Pantelleria. Oltre a una decina di porti industriali sottoutilizzati.
Un’infrastruttura
inutile,
anzi critica per il sistema dei trasporti: il ponte era stato concepito per
servire il traffico di lunga distanza da e per la Sicilia; invece nello Stretto
resterà in futuro sempre più una mobilità locale. Infatti il trasporto di lunga
distanza ha subìto fortissime trasformazioni: gli spostamenti hanno abbandonato
gomma e ferrovia, per aerei (i passeggeri) e navi (le merci). Gli
attraversamenti di lunga distanza tra Messina e Villa e viceversa erano
computabili in oltre undici milioni di unità negli anni 90, per poi calare a
poco più di sei milioni e mezzo negli anni 2000 ed il trend in discesa ha proseguito
fino ad arrivare oggi ad appena 400.000 unità. Proprio per questo motivo nel PNRR il capitolo del Piano
nazionale di ripresa e resilienza dedicato agli investimenti nei porti dello
Stretto, il Governo precedente ha previsto mezzo miliardo di euro per l’ampliamento e l’ammodernamento....Forse Salvini non lo sa!
martedì 11 ottobre 2022
La guerra di Zelenski coinvolgerà tutto il mondo e Biden appoggia il folle presidente Ucraino
Biden ha promesso a Zelensky "sistemi avanzati di
difesa aerea". L’Italia, prima Nazione coinvolta nella guerra degli altri.
La guerra in Ucraina coinvolgerà il mondo intero e l'Italia sarà la prima Nazione a farne le spese anche nel numero di militari italiani da sacrificare. Considerando anche le dichiarazioni (seppur contraddittorie) fatte dall’Ambasciatrice d’Italia negli Usa, Mariangela Zappia, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica, ha richiamato le parole pronunciate dal Capo dello Stato per ricordare il percorso intrapreso dall’Italia con la Costituzione e il suo impegno solenne per la pace e per la soluzione del conflitto in Ucraina. “Siamo al fianco dell’Ucraina. Lo dobbiamo agli ucraini ma lo dobbiamo anche a noi stessi”, ha detto l’Ambasciatrice, evocando il profondo legame di amicizia tra Italia e Stati Uniti, sottovalutando o dimenticando di cosa sono capaci gli americani quando si schierano nei conflitti.
Si
va verso un drammatico conflitto che non risparmierà neanche i civili, mentre Joe
Biden, armato di
belligeranti intenzioni ha promesso a Volodymyr Zelensky "sistemi
avanzati di difesa aerea".
Dalle indiscrezioni trapelate sembra che ci sia stata una telefonata tra Biden e Zelensky e i due hanno parlato dopo che la Russia ha sferrato un vasto attacco che ha colpito anche la capitale, Kiev. Secondo la nota diffusa dalla Casa Bianca, nel colloquio il presidente Usa "si è impegnato a continuare a fornire all'Ucraina il supporto necessario per difendersi, compresi i sistemi avanzati di difesa aerea". Non è da escludere che Washington possa consegnare la contraerea al governo ucraino e che anche la Marina Militare Italiana debba contribuire con le proprie flotte.
Dalle notizie veicolate tramite il web si viene a sapere che Anche il presidente
francese Macron ha riunito il consiglio di Difesa in formato ristretto, con i
ministri degli Esteri Catherine Colonna e della Difesa Sébastien Lecornu. Il
presidente francese ha colto l'occasione "per prendere nuovi accordi
per sostenere militarmente l'Ucraina e provvedere ai bisogni della sua
popolazione".
Stando sempre a quanto si apprende dai mass media, Liz Truss, il primo
ministro britannico ritiene necessario convocare un vertice di emergenza dei
paesi membri della Nato. Secondo Downing Street, il capo del
governo britannico avanzerà la richiesta ai leader del G7. di fare tutto quello
che è possibile per aiutare militarmente l’Ucraina.
Sembra proprio che la situazione stia degenerando verso un conflitto bellico mondiale, dal quale nessuno Stato ne uscirà indenne, ma che a pagarne le conseguenze peggiori sarà l’Italia.
martedì 27 settembre 2022
RISULTATO DELLE ELEZIONI POLITICHE 2022
Una Giorgia Meloni Draghiana
Giorgia
Meloni, si appresta a varcare le porte di Palazzo Chigi, sicura di
potersi fregiare del titolo di Presidente del Consiglio e di risolvere la grave
situazione economica in cui si sono imbattuti gli Italiani.
Nel
frattempo, però, i primi ostacoli già si presentano davanti alla Leader di
Fratelli d'Italia e naturalmente sono quelli di natura economico-finanziaria
che al momento non sono certo di facile soluzione. Pur andando tutto secondo le
migliori previsioni, la prossima Legge di Stabilità non potrà essere varata
prima del 20 ottobre, visto che la prima seduta del nuovo Parlamento avverrà
solo il 13 di ottobre. Quindi, visti i ristrettissimi tempi, il neo Governo
dovrà essere velocissimo, ma non potrà mai e poi mai essere altrettanto
efficiente, trattandosi di materia complessa come quella economica-
finanziaria, e a quanto pare, da indiscrezioni gia trapelate, il futuro
Presidente del Cosiglio avrebbe già richiesto l’aiutino a Mario Draghi.
Come
rivelato da SKY TG24, Giorgia
Meloni avrebbe già avuto una consultazione telefonica con Mario Draghi, che
come tutti sanno, in campagna elettorale ha sempre osannato.
Sempre secondo
le indiscrezioni, i due si sarebbero confrontati sulle materie economiche, in
vista della preparazione della prossima manovra economica. E tutto lascia
pensare all'incarico per Draghi di Ministro dell'Economia.
Rimarranno certamente
un po delusi gli elettori di Fratelli d’Italia, quando si ritroveranno Ministro
dell'Economia colui che ha rovinato gli Italiani, soprattutto gli Imprenditori.
Le note
dichiarazioni durante la campagna elettorale della Meloni, molto ruffiane
nei confronti di Mario Draghi e le indiscrezioni che già circolano all'esterno
del palazzo, lasciano presagire (a
pensar male degli altri si fa peccato ma spesso si indovina...citazione di
Andreotti), che la prossima finanziaria sarà opera di Mario Draghi
con la collaborazione inutile di Giorgia Meloni.
Se tutto
andrà per come ipotizzato, purtroppo, quelli che hanno votato per
il centro-destra, sicuri di un radicale cambiamento in meglio, si ritroveranno
invece ad affrontare un peggioramento della già critica situazione economica in
cui sono costretti a vivere famiglie e imprenditori.
Pietro Marcianò
domenica 18 settembre 2022
IL BENESSERE DEGLI ITALIANI PASSA DA ITALEXIT CON PARAGONE
La presenza di Gianluigi Paragone ieri a Reggio Calabria ha sollevato il morale dei tantissimi presenti al “Bambu Beach Club”; stabilimento balneare situato sul Lungomare Falcomatà, nelle adiacenze dell’arena “Ciccio Franco”, dove Gianluigi Paragone ha voluto incontrare la gente di Reggio Calabria. Le parole del leader di ITALEXIT hanno riacceso la speranza dei tanti imprenditori presenti che, massacrati dal caro bollette, dal caro carburante e dall’esorbitante costo delle materie prime, hanno tutti dichiarato che: "arrivare a fine anno, nelle condizioni in cui i governi Conte prima e Draghi dopo, ci hanno portato, sarà molto difficile e probabilmente saremo costretti a chiudere entro il prossimo mese di dicembre”.
Lo scenario che si prospetta a breve termine è drammatico e tutto
lascia presagire che in caso di una vittoria delle componenti politiche neoliberiste
che in buona sostanza sono composte da tutti i partiti politici del centrosinistra
e del centrodestra (due facce della stessa medaglia), con l’avallo di Fratelli
d’Italia, la quale leader Giorgia Meloni si comporta in maniera machiavellica
e camaleontica, pur di accaparrarsi le simpatie di Mattarella, sperando che gli
venga assegnato il compito di costituire il nuovo Governo.
Lasciando stare le illusioni di Giorgia Meloni che lasciano il
tempo che trovano e prendiamo più seriamente in considerazione il nutrito
programma di Gianluigi Paragone e le sue idee, volte alla soluzione
della crisi economica nazionale e al benessere degli Italiani.
Italexit non
sta né a destra né a sinistra. Italexit sta in alto! Ed è proprio questa
posizione politica, notevolmente distante da tutte le altre e dal draghismo, l’asso
nella manica del neo Partito ITALEXIT che lo porterebbe in caso di un massivo
ripensamento di quel 40% di elettori disertori a raggiungere un lusinghiero
risultato, tale da garantire l’accesso al Governo e di conseguenza, tirare
fuori nell’immediato l’Italia dalla crisi economica e soprattutto, nei tempi
necessari, tirarla fuori anche dalla gabbia della U.E che di fatto ci ha
ridotti alla schiavitù, sottraendoci la Sovranità monetaria, politica e
giuridica.
Italexit, l’unico
Partito antisistema si sta radicando su tutto il territorio Nazionale e sta
riscuotendo ogni giorno che passa sempre più successo, grazie a tutti i
militanti che stanno facendo un lavoro certosino in tutti i Comuni d’Itala e ovviamente
grazie all’instancabile leader Gianluigi Paragone a cui va il merito di
riuscire a comunicare con la gente senza mai usare il linguaggio politichese e
la retorica.
I reggini hanno accolto Gianluigi Paragone con
stima e affetto e a tal proposito voglio inserire in questo articolo la
dichiarazione integrale di una giovane reggina che mi ha colpito in maniera
particolare: “Quello di Gianluigi ieri nello splendido scenario del “Bambù” è
stato un discorso breve nei minuti che garantiscono la comprensione dei Temi
che meritano attenzione; interessante, in quanto ha coinvolto sia la mente che
il cuore di noi potenziali elettori. Gianluigi si differenzia per il suo
equilibrio fisico e mentale, per cui le sue riflessioni sono verità assolute”
Credo sia giunto il momento di fare tutti tesoro di questa meravigliosa dichiarazione e dare la possibilità a chi ama veramente l’Italia e gli Italiani di poter lavorare per arrestare la mala politica e le malefiche strategie della Comunità Europea; affinché l’Italia ritorni ad essere una Nazione libera e gli Italiani realmente Sovrani.
venerdì 16 settembre 2022
GIANLUIGI PARAGONE IN CALABRIA: APPUNTAMENTI DEL 17 E 18 SETTEMBRE
A Lamezia Terme, oltre a
Gianluigi Paragone interverranno i Capilista alla Camera, Massimo Cristiano e
al Senato Raffaele Vena, e si alterneranno, poi i principali candidati
nazionali di quella che è l’unica vera opposizione al governo Draghi, l’unica
vera formazione antisistema. Interverranno Giovanni Frajese, Nunzia Schilirò,
Stefano Puzzer, Marco Mori, Francesco Amodeo. Saranno altresì presenti
tutti i candidati calabresi alla Camera dei Deputati e al Senato della
Repubblica.
Il
tour elettorale di Gianluigi Paragone non si esaurisce a Lamezia, anzi,
l’intera giornata di sabato 17 vedrà il leader di Italexit, prima, a Reggio Calabria, alle 11, al “Bambù beach club” sul lungomare Falcomatà,
alla presenza dei cittadini, dei candidati Camera e Senato della relativa
circoscrizione, nonché dei dirigenti locali di Italexit. Poi, alle ore 17, la
Sala consiliare del Comune di Crotone ospiterà un altro incontro, in cui
Gianluigi Paragone incontrerà i cittadini, affiancato da tutti i candidati
crotonesi alla Camera e al Senato
Infine,
l’indomani, domenica 18 settembre, Gianluigi Paragone, insieme a tutta I
candidati della Sibarite, sarà a Villapiana Lido (CS), presso l’hotel Corallo,
dove parlerà alle ore 11.
lunedì 22 agosto 2022
Italexit di Paragone in corsa in Calabria: i nomi dei candidati in tutti i collegi di Camera e Senato
CATANZARO: Anche Italexit di Gianluigi
Paragone ha depositato alla Corte d’appello di Catanzaro le liste per i collegi
uninominali e plurinominali di Camera e Senato. Il partito fondato da Gianluigi
Paragone sarà presente anche in Calabria con le liste al completo, grazie alla
marea di persone (oltre tremila) che hanno sottoscritto le candidature.
Tra i
candidati spicca il nome del coordinatore regionale di Italexit Massimo Cristiano, capolista nel
collegio plurinominale della Camera e altrettanti candidati di spessore, noti
soprattutto nell’ambito della società civile per il contributo che ognuno di
loro ha sempre dato, incondizionatamente con grande spirito missionario.
Massimo
Cristiano da qualche anno a questa parte si è distinto per la grande capacità di
coinvolgere centinaia di simpatizzanti ITALEXIT in tutta la Calabria, riuscendo
a far aprire Sedi in tutto il territorio calabrese.
Italexit, partito dichiaratamente
antisistema e ovviamente antieuropeista si schiera con propri candidati in
tutti i collegi uninominali e plurinominali di Camera e Senato della Regione.
Nonostante i media parlino per ovvi
motivi ancora poco di Gialuigi Paragone e di ITALEXIT, riportando alcuni,
timidamente, un risultato elettorale appena sufficiente per raggiunge e superare lo sbarramento, di fatto,
stando alle palesi dichiarazioni di apprezzamento e stima degli italiani, si
ipotizza da parte di ITALEXIT un ottimo risultato a due cifre.
I
candidati di Italexit nei collegi plurinominali
Collegio plurinominale Camera
Massimo CRISTIANO
Angela BARRESI
Giuseppe Antonio
GERMANO’
Maria PANGALLO
(Supplenti: Davide
CRISTIANO, Carolina DE LEO, Giuseppe GIGLIOTTI, Anna D’AGNI)
Collegio plurinominale
Senato
Raffaele VENA
Antonietta Ivana
STRANIERI
Francesco FABBIANO
Maja SCHIAVONE
(Supplenti: Ernesto
LAMANNA, Katarzyina Edyta BELBOT, Giacomo PRIOLO, Giusy Emanuela ROTIROTI)
I
candidati di Italexit nei collegi uninominali della Camera
Collegio 01
(Corigliano Rossano-Crotone) Carolina DE LEO
Collegio 02 (Cosenza
città-Tirreno) Anna D’AGNI
Collegio 03 (Catanzaro
e provincia) Giuseppe GIGLIOTTI
Collegio 04 (Vibo
Valentia-Piana Gioia Tauro) Domenico Antonio GRECO
Collegio 05
(Reggio-provincia e Locride) Pietro Vincenzo MARCIANO’
I candidati di Italexit nei collegi uninominali del Senato
Collegio 01
(Cosenza-Crotone) Katarzyna Edyta BELBOT
Collegio 02 (Catanzaro-Vibo Valentia-Reggio) Ernesto LAMANNA
domenica 14 agosto 2022
Con ITALEXIT al Governo la politica sarà bella e gentile
Una
nuova politica limpida e trasparente s’intravede all’orizzonte.
La politica non fa schifo, la politica fa parte della nostra vita quotidiana, e come sosteneva Pericle: “la politica è l'arte di vivere assieme”. Ad ogni parola che indica un argomento, ci troviamo sempre il prefisso “politica”. Per fare un’esempio: politica sociale; politica del lavoro; politica economica; politica sanitaria; politiche agricole e forestali; politica dell’istruzione e della formazione, ecc. ecc. Potrei continuare elencando decine di altre parole che contengono il prefisso politica.
Moltissimi
italiani, percentuale variabile da regione a regione si astengono dal votare perché
sostengo che la politica (oggi più che mai) faccia schifo!
Se da un lato posso
comprendere lo stato d’animo di tutti quelli che si sono sentiti traditi dalla
politica, dall’altro posso sostenere che a fare schifo sono soltanto le persone
le quali si servono della politica per raggiungere i propri obiettivi personali
o per mettere in atto le loro strampalate convinzioni.
La politica non fa schifo! Fanno schifo coloro i quali ci hanno
ingabbiati dentro una Europa unita, portando a termine un progetto totalmente irrazionale,
di sette politici che credevano in un proprio sogno
comune, rivelatosi oggi per tutti gli italiani un incubo. Due italiani (Altiero Spinelli e Alcide De
Gasperi), due francesi (Jean Monnet e Robert Schuman), un tedesco (Konrad Adenauer),
un lussemburghese (Joseph Beck) e un belga (Paul Henri Spaak) che per alcuni sono
passati alla storia come i padri fondatori dell’Europa unita, sono stati invece
i promotori di una pessima iniziativa che ha semiparalizzato l’Italia e gli italiani.
Fanno schifo coloro i
quali approfittando della loro posizione politica, hanno imposto per alcune categorie di lavoratori l'obbligo vaccinale e il green pass, violentando fisicamente e psicologicamente
gli adulti e traumatizzando i bambini che non capivano perchè dovevano stare segregati in casa, senza poter avere più nessun contatto con i propri amici e addirittura con i propri nonni.
Fanno schifo coloro i
quali hanno limitato il diritto alla salute e la libertà personale, violentando
anche la Costituzione (Art.32) “Nessuno
può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per
disposizione di legge”. (Art. 13). La libertà personale è inviolabile.
Fanno schifo coloro i quali
hanno ridotto alla fame milioni di persone: liberi Professionisti;
Imprenditori; Artigiani; Partite IVA; Artisti e Attori, Maestri dello sport e
del ballo; Impiegati e Lavoratori che con coraggio e grande sacrificio si sono
rifiutati di farsi inoculare il liquido spacciato per salvavita.
Fanno schifo coloro
i quali hanno costretto col ricatto
le persone a farsi inoculare contro la propria volontà quella sostanza che
impropriamente viene chiamata vaccino.
Fanno
schifo tutti coloro i quali sono i presunti responsabili della morte di migliaia di persone e di altrettanti
invalidi.
Fanno
schifo tutti coloro i quali invece di essere garanti della Costituzione,
della Libertà e della Democrazia, si sono comportati da tiranni nei confronti
del Popolo italiano.
L’Italia dovrà riappropriarsi della sua Sovranità
politica e Monetaria Dovrà tornare ad essere una Nazione libera e indipendente;
spezzando la vergognosa catena che ci lega alla comunità europea che, come una
garrota ci soffoca lentamente senza pietà, facendoci vedere sempre più
offuscato il nostro futuro.
Il 25 settembre liberiamoci
dallo schifo che alberga nel Parlamento italiano e iniziamo a limare questa
maledetta catena che ci tiene legati al male, sperando di poterla spezzare il
prima possibile.
lunedì 1 agosto 2022
QUANDO UN GOVERNO SOSPENDE LA DEMOCRAZIA, LE PIAZZE S’INFIAMMANO
Ogni
Partito dovrà raccogliere circa 60 mila firme entro fine agosto, a mano e alla
presenza di un pubblico ufficiale. Un'impresa quasi impossibile e
discriminatoria.
Quali partiti devono raccogliere le firme?
Anche
i Partiti con dei rappresentanti in parlamento, saranno obbligati a raccogliere
firme. Si tratta di tutti qui partiti che non rientrano nella sciagurata
decisione del Governo Draghi: Insieme per il futuro, Alternativa
c’è, Italexit di Gianluigi Paragone, Potere al Popolo, il Partito
Comunista, Verdi Europei e
Ancora Italia.
A meno di sessanta giorni dalle elezioni, i partiti più
piccoli avranno enormi difficoltà a raccogliere le circa 60 mila firme
necessarie per candidarsi al Parlamento. Sarà una missione quasi
impossibile, visto che le candidature vanno depositate entro fine agosto, dopo essere state raccolte a mano e autenticate al momento della firma da un
pubblico ufficiale presente sul posto. Tutto organizzato ad arte dalla
maggioranza di Governo per ostacolare la Democrazia. Una vera rappresaglia contro
il diritto dei Cittadini a farsi rappresentare da chi vogliono.
Cosa bisogna fare per raccogliere
le firme per presentare le liste elettorali?
Le procedure di raccolta firme sono amministrate da
una legge vecchia di 50
anni, contraria al diritto
dei cittadini di partecipare liberamente alla vita pubblica… evviva
l’Amministrazione Digitale!!
In Italia la raccolta firme rappresenta l’ostacolo
maggiore per poter partecipare alle competizioni elettorali sia politiche sia
amministrative. Nel caso delle prossime
politiche, per le quali tutto si seve svolgere nel mesi di agosto. Il 25
settembre si va alle urne e questo significa che tutti i documenti relativi
alle candidature vanno depositate
entro il 22 agosto alle cancellerie delle Corti d’appello.
Nonostante
che con le elezioni in anticipo di oltre quattro mesi rispetto al normale
termine della legislatura, il numero delle firme richieste è stato dimezzato per
ogni collegio plurinominale a 750 invece di 1500. Il fatto che devono essere raccolte nel mese di agosto complica
ugualmente le cose.
In totale, per presentarsi alle
elezioni politiche del 25 settembre 2022, in tutta Italia, partiti e coalizioni dovrebbero raccogliere
almeno 36.750 firme per la Camera e 19.500 per il Senato.
Cosa molto importante da tenere
in conto e altrettanto penalizzante è che le firme devono essere di
elettori o elettrici iscritti nelle liste elettorali dei comuni che fanno parte
del collegio plurinominale in questione. In sostanza, non si può
firmare per una lista fuori dalla propria residenza.
Il Governo Draghi va a casa senza però aver prima saccheggiato i cittadini
del diritto alla scelta Democratica di farsi rappresentare da chi gli pare.
La goccia che fa traboccare il vaso.
Nel caso in cui i partiti (non pochi) obbligati a
dover rispettare le rigide norme imposte in cosi breve tempo, non riuscissero
ad adempiere e quindi rimarrebbero fuori dal Parlamento per altri 5 anni,
sicuramente utilizzeranno la piazza per rivendicare tutto ciò che gli è stato
tolto e soprattutto faranno la guerra al
nuovo Governo nel caso in cui non sarà in grado di risolvere tutti i
problemi, (molti dei quali targati MARIO DRAGHI), che attualmente stanno
affossando Italia e italiani.
S’infiammeranno
le piazze… e non solo!!
lunedì 4 luglio 2022
Inaugurata la sede provinciale Italexit Reggio Calabria
Il Coordinatore Regionale Italexit con Paragone – Calabria, Massimo Cristiano, ha tagliato il nastro inaugurale della nuova sede di Italexit Reggio Calabria avente duplice funzione, ovvero sede provinciale per tutta l’area metropolitana, nonché 1° Circolo Italexit del Comune di Reggio Calabria, coordinato da Pietro Marcianò.
Il Coordinatore Provinciale, Ernesto
Marziale, ha esordito ringraziando principalmente Gianluigi Paragone per
l’opportunità che sta dando a tutti gli italiani di buona volontà nel costituire
sedi Italexit su tutto il territorio nazionale.
Unitamente al Coordinatore Regionale
Massimo Cristiano, hanno partecipato all’evento: Giuseppe Antonio Germanò,
Resp. Organizzativo Provincia RC; Claudio Romeo, Resp. Organizz. Sezione RC;
Francesca Tripodi, Dip. Comunicazione Calabria; Romina Tripodi, Segr.
Amministrativo RC; Mimmo Greco, Dip. Sanità Calabria; Carmelo Iannelli, Coord.
Sezione di Palmi; Omero Marrapodi, Coord. Sezione di Locri; Ambrogio Pancanno,
Ref. S. Eufemia D’ Aspromonte; Nicola Rotundo dip.Ambiente, Antonino Amoddeo,
Docente Università di Reggio Calabria.
La Sede Italexit, ubicata in Via
Plebiscito 6, “sarà aperta al pubblico tutti i giorni” – hanno
dichiarato il Coordinatore Provinciale Ernesto Marziale e il Coordinatore
Cittadino Pietro Marcianò – “dando la possibilità a chiunque di poter fare
parte attiva del Partito, oppure di presentare istanze o chiedere informazioni
e chiarimenti su problematiche sociali in genere”.
Massimo Cristiano ha concluso rimarcando “la linea politica del partito“, ringraziando tutti coloro che “hanno reso possibile questo momento, sinonimo di crescita, sacrificio, passione, militanza, difesa del territorio. La sede provinciale di Italexit con Paragone – Reggio Calabria, sarà un punto riferimento essenziale per la difesa sul territorio dei diritti costituzionalmente garantiti”.
domenica 8 maggio 2022
Reggio Calabria: Premio Anassilaos alla Soprintendenza è “un’offesa alla città, ne chiediamo il ritiro”
Piazza De Nava
La nota di Fondazione Mediterranea sulla decisione di assegnare il Premio Anassilaos 2022 alla Soprintendenza di Reggio Calabria. Scelta definita “un’offesa alla città” per gli interventi “lesivi” su “pavimentazione del Corso Garibaldi, resti archeologici in piazza Garibaldi, Lido Comunale, progetto demolitivo su piazza De Nava” “Come lo potremmo definire il Premio
Anassilaos alla Soprintendenza? Nella migliore delle ipotesi una
sonora scivolata, dando per scontata la buona fede degli organizzatori, che
vogliamo ancora credere non adusi al “servo encomio”. Il riconoscimento è un’offesa
alla città: piuttosto che essere tutelata dalla Soprintendenza, Reggio è
stata oggetto di interventi a lei lesivi, sia dal punto di vista prettamente
urbanistico che da quello più generale culturale. Di ciò si hanno eclatanti esempi
che, pur non entrando per brevità nel loro merito, è utile ricordare: pavimentazione del
Corso Garibaldi, resti archeologici in piazza Garibaldi, Lido
Comunale, progetto demolitivo su piazza De Nava“. Comincia così la nota
di Fondazione Mediterranea sulla decisione di assegnare il
Premio Anassilaos 2022 alla Soprintendenza di Reggio Calabria. Scelta
definita “un’offesa alla città” per gli interventi “lesivi” su “pavimentazione
del Corso Garibaldi, resti archeologici in piazza Garibaldi, Lido Comunale,
progetto demolitivo su piazza De Nava”. “Sono casi di devastazione
del centro urbano – si legge ancora – che tutti hanno sotto
gli occhi e che non necessitano di ulteriori descrizioni. Reggio è afflitta da
troppi premi, il più delle volte autosollecitati, con una sostanziale perdita
di credibilità del premiante. Il Premio Anassilaos si pone in questo svilente
trend con l’aggravante che la motivazione del premio assegnato alla
Soprintendenza è palesemente una forzatura”.
Ma non solo. “Oltre agli esempi
appena citati, di pubblico dominio – prosegue ancora il comunicato –
dobbiamo evidenziare due perle di saggezza urbanistica dei nostri. In
conferenza dei servizi, nel corso dell’audizione della progettista della
demolizione di piazza De Nava, arch. Giuseppina Vitetta, si è verbalizzato il
concetto che di un manufatto storico, per conservarne la memoria, basta non
mandare in discarica i resti della sua demolizione ma utilizzarli per una nuova
costruzione. Tale concetto è stato fatto proprio dalla Commissione Regionale
Cultura, presieduta dal segretario regionale del Mic. dott. Salvatore Patamia,
e di cui era componente l’attuale soprintendente reggino, arch. Fabrizio
Sudano. Quest’ultimo, forse resosi conto dell’enormità di quanto avallato, con
una comunicazione formale diffusa anche sulla stampa, in un momento successivo
ha cambiato idea, condividendo l’assunto presente nel progetto esecutivo su
Piazza De Nava: il materiale lapideo di pregio, residuante della demolizione
della piazza, non verrà usato per la sua pavimentazione bensì come “paracarri”
ovvero dissuasore di parcheggio nelle strade adiacenti. Anche a queste perle di
saggezza urbanistica viene assegnato il Premio Anassilaos”.
“Sulla base di queste documentate considerazioni, ritenendo che il Premio Anassilaos non dovesse essere attribuito alla Soprintendenza, ne chiediamo formalmente il suo ritiro – conclude la nota – coerentemente peraltro con la posizione critica assunta in precedenza dall’Anassilaos sul progetto demolitivo della Soprintendenza su Piazza De Nava. Per coerenza, infatti, pur non entrando nel merito della risibile motivazione, non si sarebbe dovuto assegnare un premio a una struttura il cui operato si è in precedenza stigmatizzato”.
martedì 3 maggio 2022
Draghi fa la carità agli italiani, trattandoli da mendicanti
Il Governo fa la carità, trattando gli italiani da mendicanti.
Il Decreto bollette
approvato in Consiglio dei ministri che prevede 5,5 miliardi di euro destinati dal Governo a famiglie sono una elemosina che non risolve il problema del caro-energia e non eviterà una
nuova stangata per consumatori e attività produttive. Dal governo ci si
aspettava decisamente di più, e uno stanziamento di risorse così esiguo non
eviterà un nuovo maxi-aumento delle bollette in occasione del prossimo
aggiornamento trimestrale delle tariffe.
Oggi migliaia di
imprese rischiano di chiudere i battenti non potendo affrontare costi
energetici così elevati, e il caro-energia sta producendo effetti disastrosi
sui prezzi al dettaglio, con rincari a cascata in tutti i settori e una
impennata dell’inflazione che impoverisce le famiglie e riduce i consumi. A
fronte di tale situazione i 5,5 miliardi di euro che il governo ha deciso di
stanziare per il prossimo trimestre risultano del tutto insufficienti, e per
salvare le imprese dal fallimento e le famiglie da una crisi nerissima. L’Iva e
le imposte che gravano sulle bollette di luce e gas non vanno ridotte, ma
azzerate del tutto.
La
cifra irrisoria o meglio l’elemosina destinata ai consumatori che in questo trimestre, proprio quando le
bollette sono raddoppiate, sembra essere
più una presa per i fondelli, piuttosto che un aiuto economico.
Il Governo doveva fare uno scostamento di
bilancio per affrontare questa emergenza nazionale, invece di stanziare una
cifra irrisoria rispetto al reale fabbisogno. Non solo, ma disperde le poche
risorse in mille rivoli, finendo per scontentare tutti, invece di concentrare
lo stanziamento sulle famiglie che non ce la fanno più ad arrivare alla fine
del mese.
Il Decreto bollette non salva nessuno e mentre il Governo Draghi continua con i suoi proclami di ripresa, le famiglie e le imprese vanno giù a picco.
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