L'Italia
è una Repubblica demodittatoriale, fondata sul malaffare.
La
sovranità appartiene ai partiti politici, che la esercitano nelle
forme e nei limiti della legalità.
Richiamare
oggi l’articolo 1 della Costituzione italiana per dare la
definizione di quello che è la Nazione, in
un certo qual modo fa sorridere, ma non di felicità. La differenza
tra le due Repubbliche: quella fondata a
seguito dei risultati del referendum istituzionale di domenica 2 e
lunedì 3 giugno 1946,
e
quella attuale, è palesemente abissale. Agli
occhi di chi ha vissuto sia la prima, sia la seconda Repubblica, si
presenta oggi uno scenario politico-economico
che fa rimpiangere la Monarchia.
Oltre
alla perdita dei valori Cristiani,
si sono persi anche tutti i valori fondanti che devono essere propri
di una Repubblica democratica e civile. Il
principio di Sovranità Popolare non è più quello inteso dai Padri
costituenti e la Sovranità
monetaria, cioè, il
diritto o potere da parte di un soggetto giuridico (tipicamente uno
Stato) di emettere o stampare moneta in linea con le sue scelte di
politica monetaria, l’abbiamo
persa con l’entrata nell’Euro Zona.
Raccontiamo
le cose per come stanno oggi veramente, guardando lo scenario
politico-economico che si prospetta, senza faziosità e con molta
umiltà; cercando di analizzare il contesto con raziocinio slegato
da qualsiasi appartenenza politica.
Cos’è
che ha portato l’Italia nello stato in cui si trova attualmente?
Semplicemente il comportamento remissivo del Popolo italiano nei
confronti della classe politica, dalla quale il cittadino si
allontana sempre di più, agevolando così le
iniziative partitiche che
non
sempre vanno nella direzione
di scelte e decisioni apprezzabili
dalla comunità.
I
meccanismi per sviluppare il potere decisionale sono
dettati fortunatamente ancora dalla nostra Carta Costituzionale, ma
purtroppo non più in
modo efficace, poiché
per
determinare la nostra vita è agire, dobbiamo sottostare
al controllo
delle azioni
politiche spesso scellerate, ovvero
contro natura.
Pur
avendo ancora il Popolo italiano il diritto-dovere di voto, diventa
sempre più difficile
eleggere rappresentanti
politici degni
di essere
chiamati tali,
poiché, i candidati ci vengono quasi tutti
imposti
dai partiti e gli sbarramenti ostacolano la libertà di candidature
autonome, minando
sempre di più la Democrazia e la libertà di espressione.
Mentre
gli elettori si ritirano (siamo quasi al 50% di astensioni)
la
mala politica avanza, approfittando della rassegnazione del Popolo ad
un futuro buio e crudele, che lascia ben poco da sperare, se non in
una sanguinaria rivoluzione civile.
Le
decisioni in campo socio-economico vengono spesso prese da
chi governa,
in maniera illogica
e irrazionale, senza
considerare minimamente
il
danno
che
si provoca alla
collettività e alla
Nazione.
La
vera Sovranità oggi appartiene soltanto ai grossi
partiti politici
che ne fanno uso e abuso, ricordandosi del Popolo soltanto in
campagna elettorale. E
come disse Filippo
il Macedone, “divide
et impera”
motto
latino («dividi e conquista»), con cui si vuole significare che la
divisione, la rivalità, la discordia tra
i popoli
giova
a chi
vuole
dominarli. In
questo caso giova molto alla mala politica italiana
che ha raggiunto oramai i vertici nella classifica mondiale degli
Stati più mal governati.
Riprendiamoci
la Sovranità Popolare e avremo un futuro sicuramente migliore!!