Il ponte sullo stretto? Un’opera fine a se stessa
Nominato Ministro dei trasporti, il “cazzaro” Salvini, esordisce
dall’alto del suo Ministero delle Infrastrutture con lo spolverare la oramai
accantonata idea di realizzare il ponte sullo stretto, cosa che riflette tutta l’arretratezza culturale di
una classe politica che concepisce le infrastrutture solo in termini
d’investimenti che generano domanda di consumi e falsa occupazione.
Il Ponte, qualora fosse
possibile realizzarlo, sarebbe inutile e, pensare che possa servire come alcuni
personaggi dichiarano a collegare l’Europa all’Africa, ...è puramente demenziale.
Le migliori alternative per muoversi, sono le navi. Spostano persone e merci con un costo notevolmente
inferiore, riducendo l’inquinamento dell’80%. Imbarcare i TIR a Genova o Salerno
per la Sicilia è il miglior modo per il trasporto delle merci verso la Sicilia
e viceversa.
La maggior parte
delle persone invece, ormai si sposta quotidianamente in aereo e i grandi
flussi migratori in automobile si verificano soltanto due o tre volte l’anno,
durante i ponti delle festività Natalizie, di Pasqua e a ferragosto. La
diminuzione del numero dei passeggeri tra Messina e Villa San Giovanni è stata
significativa negli ultimi due decenni. La Sicilia, oggi detiene il primato di
sei aeroporti: Catania; Palermo; Trapani; Comiso; Lampedusa e
Pantelleria. Oltre a una decina di porti industriali sottoutilizzati.
Un’infrastruttura
inutile,
anzi critica per il sistema dei trasporti: il ponte era stato concepito per
servire il traffico di lunga distanza da e per la Sicilia; invece nello Stretto
resterà in futuro sempre più una mobilità locale. Infatti il trasporto di lunga
distanza ha subìto fortissime trasformazioni: gli spostamenti hanno abbandonato
gomma e ferrovia, per aerei (i passeggeri) e navi (le merci). Gli
attraversamenti di lunga distanza tra Messina e Villa e viceversa erano
computabili in oltre undici milioni di unità negli anni 90, per poi calare a
poco più di sei milioni e mezzo negli anni 2000 ed il trend in discesa ha proseguito
fino ad arrivare oggi ad appena 400.000 unità. Proprio per questo motivo nel PNRR il capitolo del Piano
nazionale di ripresa e resilienza dedicato agli investimenti nei porti dello
Stretto, il Governo precedente ha previsto mezzo miliardo di euro per l’ampliamento e l’ammodernamento....Forse Salvini non lo sa!