mercoledì 26 aprile 2023

Cari Sangiuliano, Salvini e lumbard di Calabria: la Costa Viola non va “lordata” con il Ponte

 di Pino Tassi 

Il Ministro della Cultura Sangiuliano ci informa che i  Bronzi di Riace sono un unicum che il mondo ci invidia. E poi ci dice che la Calabria è una grande terra, terra nobile, con una grandissima storia alle spalle. Belle parole, che apprezziamo. Peccato che dallo stesso ministro non abbiamo ancora sentito una parola contro l’idea folle del ministro Salvini e della Meloni di costruire il Ponte sullo Stretto. Eh sì, perché se i Bronzi sono un unicum e la Calabria è una terra nobile che va preservata e valorizzata che senso ha costruire un manufatto di cemento in uno degli habitat più belli del mondo? Dove lo si trova un altro panorama di una penisola a forma di stivale che  è divisa da un lembo di mare da un’isola come la Sicilia? Per farci accettare il ponte ci si presentano grafici computerizzati, plastici, video, dove si vede un magnifico ponte che collega due terre anonime. Eh no, le due terre anonime sono un Patrimonio dell’umanità e non si capisce perché l’Unesco non abbia mai dichiarato lo Stretto Patrimonio dell’Umanità, dove nessuna analisi dei costi e dei molto presunti benefici del ponte può riparare la salvaguardia del sito esistente.

Non ci credete ? Allora il consiglio che dò agli innamorati del Ponte che ancora mantengono un po’ di gusto e di discernimento e non sono impossessati dalle cazzate di Matteo Salvini, è di uscire di casa e farsi questo itinerario lungo la Costa Viola.

Arrivando da nord uscite      dall’autostrada a Sant’Elia per una breve sosta e vedete un panorama mozzafiato della Calabria che si abbraccia con la Sicilia.

Poi, come ho fatto io con una bella comitiva di amici, raggiungete Scilla e qui non sai da dove iniziare. Comunque come ti giri giri dal bellissimo lungomare ti si para davanti lo Stretto di Messina con il suo fascino di leggende e mistero. Al suo fianco potrete vedere le Isole Eolie, Lipari, Vulcano, Stromboli, Panarea. Naturalmente non puoi non vedere Chianalea dove il mare si infila nelle case e sopra di te regna possente il Castello Ruffo.

Dopo una bella sosta per il pranzo in uno dei tanti ristoranti, pub, bar che incontrerete, vi consigliamo di continuare lungo la vecchia statale in direzione Bagnara. Fate una sosta a Favazzina, piccolo borgo a 5 km da Scilla, e qui gustatevi una granita da Peppino, una delle più buone di tutta la Calabria. Veramente fantastica. Affacciatevi sulla spiaggia e lo Stretto è sempre lì a riempirvi di bellezza.

Il viaggio può proseguire verso Bagnara in un tratto di strada  che costeggia il mare e che non ha nulla da invidiare alla costiera amalfitana. Dopo una sosta a Bagnara dove si respira sempre un’area da borgo di pescatori, risalite per prendere l’autostrada. A 1 km dell’imbocco fermatevi nella piazzola e vi gusterete un tramonto semplicemente divino sullo Stretto.

Ecco, se questa visione sublime non vi farà cambiare idea allora vi consigliamo di rivolgervi ad un buon psichiatra o meglio ancora ad un bravo oculista.

A chi vi dice che il Ponte porterà lavoro e sviluppo, mandatelo a farsi fottere per la sua grassa ignoranza. Con questa musica noi calabresi abbiamo sfregiato le nostre città le nostre coste e i nostri paesi cementificandoli e rovinando paesaggi suggestivi e bellissimi. Per la legge del contrappasso oggi la Calabria viene riscoperta per quelle zone che sono state dimenticate e abbandonate a se stesse, dove l’uomo non ha messo mano e cemento  in nome del profitto. Nessuno va a Cosenza a vedere il ponte Calatrava, che collega il niente col nulla… molti ci vanno a vedere il suo centro storico sperando che venga recuperato e valorizzato. Il patrimonio storico e naturale attira turisti da tutto il mondo e porta ricchezza culturale ed economica. Invece l’opera fuori contesto, brutta e anche inutile fa scappare le persone e porta povertà e un turismo da pezzenti.

Forza Ministro Sangiuliano, adesso faccia sentire la sua voce anche sullo Stretto, più unicum di questo…

Per quanto riguarda Matteo Salvini ci auguriamo che prima o poi Scilla e Cariddi si sveglino dal loro letargo e lo trasformino in un bel tonno o pesce spada. Lui già le sembianze di un tonno ce l’ha, allora speriamo che lo si trasformiin una bella sirenetta intenta a cantare le leggende di Scilla e Cariddi.

In ogni caso a lui lumbard di nascita gli potremmo consigliare di ficcarsi il plastico dove diciamo noi, e se è troppo volgare di portarselo al Nord e fare costruire un bel ponte sul Lago Maggiore o di Garda. Così vedremo gli stessi leghisti del lombardo Veneto inseguirlo con i forconi.

martedì 4 aprile 2023

AL SUD SEMPRE E SOLO SPAZZATURA: LA MALA POLITICA DEVASTA DUE MERAVIGLIOSI TERRITORI PER REALIZZARE UN INUTILE MOSTRO DI ACCIAIO.

Cantieri del ponte situati nella Zps Costa Viola
Nell'unico progetto esistente del 2012 si indica la realizzazione di ben 11 strutture che avranno un impatto su ambiente e attività produttive


di Isabella Marchiolo

I cantieri del ponte situati nella Zps Costa ViolaLa zona del cantiere di campo calabro (dal progetto)
Con un’assemblea a Villa San Giovanni presso il centro sociale Nuvola Rossa domani le associazioni del comitato no ponte reggino si ritroveranno per riprendere le fila della mobilitazione interrotta circa dieci anni fa. Uno degli allarmi lanciati dagli oppositori di entrambe le sponde dello Stretto è quello della cantierizzazione propedeutica alla realizzazione della grande opera. Ovvero la presenza di una serie di cantieri preventivi che sorgeranno in varie zone del territorio, con conseguenze sull’ambiente e un forte impatto sulla vita dei residenti. 

Undici cantieri che ricadono nella zona a protezione speciale
Non si tratta di uno scenario ipotetico, i cantieri siciliani e calabresi sono elencati nel progetto definitivo (l’unico ad oggi esistente) redatto nel 2012 dalla Società Stretto di Messina oggi riesumata dal Governo. E sul versante reggino una tabella riassuntiva del progetto indica la previsione di 11 cantieri: uno operativo a Villa San Giovanni (superficie 295.000 mq); uno logistico a Santa Trada (37.000 mq); un impianto di lavorazione degli inerti a Campo Calabro; sette siti di deposito e recupero ambientale, di cui due nel vibonese, a Petto di Limbadi (77.100 mq), tre a Terranova Sappio Minulio zona Marro (88.950 mq) e due a Varapodio zona Foresta (176.600 mq); e una discarica per rifiuti speciali non pericolosi a Seminara. Si tratta di localizzazioni che ricadono per ampi spazi all’interno della rete Natura 2000 con i siti di interesse comunitario e la zona di protezione speciale della Costa Viola. Aree naturali caratterizzate anche da nidificazione faunistica e biodiversità che però – questa la motivazione addotta nel progetto – risulterebbero “localmente anche molto compromesse e coinvolte in processi di trasformazione poco consoni con la presenza di emergenze paesaggistiche”, precisando che la discarica di Seminara sorgerà al di fuori del sistema naturale sottoposto a tutela. 

L'area protetta interessata dai cantieri

I singoli cantieri sono poi analizzati nei loro specifici contesti, evidenziando aspetti legati al sistema ambientale, la sua accessibilità e lo stato di fatto dei luoghi. Nel cantiere operativo di Villa San Giovanni verranno realizzate le pertinenze calabresi del Ponte (torre e blocco di ancoraggio) e due impianti di betonaggio, e l’area interessata si estende anche a una parte del lungomare di Cannitello. L’impalcato toccherà spiagge, dune, aree a pascolo naturale, zone residenziali e aree industriali e commerciali. Il cantiere di Santa Trada sarà invece unico ma articolato in due sotto-aree, in una delle quali esiste già un cantiere logistico utilizzato per l’ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio. Nella zona di Villa sarà compromessa una vegetazione di lecci e querce virgiliane.

Rientra in parte nella Zps Costa Viola pure la cava di Campo calabro per la produzione di inerti, che si troverà a ridosso dell’autostrada e sostituirebbe la precedente scelta di utilizzare il deposito in località Melicuccà. 

A Terranova Sappio Minulio, nella contrada rurale Marro, e a Foresta di Varapodio, sorgeranno depositi definitivi e temporanei di materiale inerte, detriti, terra e rocce da scavo: le aree, oggetto per anni di un’intensa attività estrattiva di ghiaia e sabbia, sono indicate nel progetto come territori in stato di abbandono e degrado. Nonostante questo, la cantierizzazione toccherà boschi di latifoglie, salici e pioppi, bagni d’acqua con presenza di specie arboree sulle sponde e aree a pascolo naturale.

Infine nella contrada Bizzola di Seminara sarà ubicata la discarica di rifiuti speciali non pericolosi, ovvero i fanghi, macerie di demolizioni e beton frantumato da scavo in galleria, provenienti dai lavori di costruzione del Ponte. Tra la flora di questa zona rurale che subirà l’effetto invasivo dell’impianto di smaltimento di inerti, ci sono anche oliveti.

Nuovo allarme del geologo Mario Tozzi contro l'opera
L’installazione dei cantieri su zone naturali tutelate è stata anche al centro dell’appello del geologo Mario Tozzi, che in questi giorni ha chiesto una nuova valutazione di impatto ambientale per il progetto del ponte. “L’area dello stretto – ha scritto Tozzi sui social - è parco letterario, luogo di suggestioni mitologiche e di grande bellezza. Inoltre l’area è ricompresa in due importantissime zone di protezione speciale che tutelano un ambiente unico. La Commissione Via del Ministero diede nel 2013 un parere negativo di valutazione di incidenza sul progetto definitivo del ponte ad unica campata del 2010 proprio a tutela dello Stretto, importantissimo luogo di transito per l’avifauna e per i mammiferi marini, una delle più alte concentrazioni di biodiversità al mondo”.

L'impatto sulle attività economiche e sociali
Ma il peso della cantierizzazione non riguarda soltanto il versante ecologico e graverà sulla vita quotidiana delle popolazioni interessate, che con l’avvio dei lavori vedranno interdetti numerosi servizi. A dirlo, nell’attuale progetto definitivo, sono le previsioni di intervento sui piani regolatori dei comuni di Campo calabro, Scilla, Villa San Giovanni e Melicuccà. A Campo calabro sarà interessata dalla localizzazione del cantiere un’area agricola occupata da aziende, la cui attività sarà compatibile con l’avvio dei lavori; il sito sarà inoltre oggetto di un intervento compensativo di riqualificazione ambientale. A Villa i cantieri insisteranno su aree di edilizia privata, verde pubblico attrezzato, aree per attività sociali e strutture alberghiere e ricettive, con l’impegno a restituirle all’uso originario dopo la conclusione dei lavori. In termini di tempo si potrebbe quantificare in almeno dieci anni, se va bene: un po' come avere i muratori perennemente in casa. Ma sarebbe ancora una proiezione futura ottimistica. Quella peggiore – o brutalmente realistica – ipotizza che molti di questi cantieri avranno una durata indefinita, contaminando il paesaggio e l’economia del territorio con danni irreversibili. 

"NO PONTE": UN'ONDA UMANA IMMENSA, PROTESTA CONTRO LA REALIZAZIONE DI UN'OPERA INUTILE E DANNOSA

Soldi pubblici buttati a mare.      A Messina ha sfilato il fronte del "NO al Ponte" sullo Stretto, con un corteo di migliaia di ...