Nessuno può essere escluso dalla possibilità di trasmettere il virus. Chi sostiene il contrario è uno stupido, oppure in mala fede, complice prezzolato delle aziende farmaceutiche.
Una persona intelligente, a prescindere che sia medico oppure no, non può sostenere che il Covid venga veicolato dalle persone non vaccinate. Il Covid utilizza come mezzo di trasporto e come ogni altro virus SARS, principalmente le prime vie aeree superiori di ogni essere umano. Sostenere il contrario è da stupidi.
Le
persone vaccinate contro Covid-19 possono trasmettere il virus. Lo ha spiegato
a Welfair – manifestazione digitale di Fiera Roma dedicata a salute
e benessere, online in diretta in questi giorni – Marco Salemi, professore
di Patologia Sperimentale dell’ Università della Florida, College of Medicine
Emerging Pathogens Institute.
Salemi, assieme al collega Mike Lauzaurdo, ha condotto presso l’Università della Florida una ricerca per indagare sul potenziale infettivo dei vaccinati. Da un monitoraggio epidemiologico molto dettagliato è emerso che il 60% dei vaccinati infettati con variante Delta e il 40% dei vaccinati infettati con le altre varianti ha una carica virale sufficientemente alta per la trasmissione del virus. E questo indipendentemente dalla presenza o meno dei sintomi di Covid, che sono lievi o molto lievi nel’80% dei casi degli infettati vaccinati e nulli nel restante 20% dei casi, che risultano dunque del tutto asintomatici.
Anche
l’istituto Spallanzani di Roma ha pubblicato uno studio che sottolinea come
sia possibile riscontrare elevate cariche virali anche nei soggetti vaccinati. I
ricercatori dell’istituto Spallanzani di Roma, in base agli esiti di uno
studio finanziato dal Ministero della Salute, hanno raccolto nuove informazioni
sulla lotta contro il Coronavirus, asserendo che il risultato da loro
raggiunto dovrebbe essere considerato con attenzione per la salute
pubblica, sottolineando l’importanza di una corretta comunicazione,
perché “il vaccino non conferisce l’immunità sterilizzante“.
In buona
sostanza, gli studiosi raccomandano “l’adesione continua alle misure di
prevenzione della salute pubblica per gli individui vaccinati fino a quando non
sarà raggiunta un’adeguata copertura vaccinale della popolazione o in presenza
di individui vulnerabili suscettibili”. Questo perché i dati riscontrati
mostrano che gli individui vaccinati che si infettano dopo la
vaccinazione, sebbene rappresentino una piccola percentuale della popolazione
vaccinata (lo 0,3%), possono portare elevate cariche virali nel tratto
respiratorio superiore, anche se infettati molto tempo dopo la seconda
dose, cioè quando avrebbe dovuto essere sviluppata l’immunità correlata al
vaccino.
Il monito
lanciato dagli studiosi dello Spallanzani, pertanto, non può essere ignorato.
D’altro canto, era noto a tutti già da tempo come il fatto di avere completato
il ciclo vaccinale non garantisse un’automatica immunità al virus. Un esempio,
in tal senso, giunge direttamente dall’esperienza del presidente della
Conferenza episcopale siciliana, l’arcivescovo di Catania Salvatore Gristina, ammalatosi di Covid-19 nonostante
le due vaccinazione.
Ad
annunciarlo è stato lo stesso alto prelato, il quale ha affermato che il
vaccino salva la vita e aiuta a lenire gli effetti del Coronavirus,
specificando poi di essere stato curato con gli anticorpi monoclonali: “I
dottori mi hanno detto che sono utili e il trattamento ha funzionato”. Il
nocciolo della questione, ora, sembra dunque riguardare prevalentemente le
terapie per guarire gli ammalati, in quanto l’inoculazione del preparato
anti-Covid non azzera le possibilità di infettarsi e, di
fronte a una simile eventualità, occorre farsi trovare pronti e agire con
tempestività. Maurizio Belpietro, direttore de “La Verità”, si domanda: “Ma
dopo la pubblicazione della ricerca dello Spallanzani, qualcuno al Ministero
cambierà idea sul Green Pass e sui monoclonali o continuerà sulla stessa linea,
cioè sulla pelle degli italiani?”.
Perseverare nell’errore di sostenere che i vaccinati non infettano e che soltanto i no vax siano la causa della diffusione del virus ha una sola chiave di lettura: o lo si dichiara perchè affetti da stupidità acuta, oppure perchè in malafede.
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