giovedì 11 novembre 2021

Addio Costituzione

 




IL POPOLO ITALIANO, PRIVATO DELLA SOVRANITA'  

  Salutiamo la Costituzione che se ne va. Ci ha tutelati socialmente e sostenuti soprattutto economicamente dal 1° gennaio 1948 fino a poco tempo fa. Adesso è stata messa sotto i piedi dai governi Conte e Draghi senza pudore e senza rispetto, al punto che si configura il reato di vilipendio della Repubblica e delle istituzioni a disprezzo totale dei principi e dei valori Costituzionali. Un atto vile da parte del Governo nei confronti della Carta che ci rappresentava e ci identificava come la migliore Repubblica Democratica al mondo.  

 La Costituzione è stata calpestata e trasformata in carta straccia dal Governo ma soprattutto dal Parlamento che indegnamente lo sostiene. Stiamo assistendo a un continuo stupro della Costituzione e di conseguenza del Popolo Sovrano, vittima di un Governo oligarchico senza scrupoli e senza alcun rispetto delle regole, in sfregio ai principi fondamentali della Carta e ai diritti del Cittadino.     

  A dimostrare chiaramente lo stupro della Costituzione sono i fatti quotidiani e il comportamento antidemocratico del Governo. Già dall’insediamento del Governo Conte è stata lampante la tendenza a non rispettare i principi costituzionali, e oggi, con Draghi, il susseguirsi delle repressioni e persecuzioni del Popolo non lascia ombra di dubbio sulla tendenza del Governo a voler annullare quelli che sono i diritti costituzionali, di cui fino a qualche anno addietro, cioè, prima dell’artificiosa pandemia, erano riconosciuti e rispettati ancor prima che dal Popolo, dal Governo e dalle istituzioni.

  Negli ultimi mesi, tutti soggetti ai quali la Costituzione riconosceva il potere d’iniziativa legislativa, sono stati esautorati dal Potere oligarchico del Governo Draghi.

  Altrettanto ridimensionamento è stato il potere dei parlamentari, sostituito dai DPCM. Atti che dovrebbero consentire al Consiglio dei Ministri di partecipare al potere legislativo ma esclusivamente in casi di necessità e urgenza e che, al contrario, sono diventati quasi la modalità ordinaria con cui il Governo sottopone le proprie proposte alle camere, utilizzando il ricatto politico per farli approvare.

  Altra piaga consolidata del costante oltraggio alla Costituzione è il più che frequente e illegittimo ricorso alla questione di fiducia. Una prassi che, nel tentativo di velocizzare tutto, blinda i provvedimenti, impedendo il dibattito parlamentare. Ossia, la quinta essenza della democrazia.

  Se da un lato, il governo giustifica certe abitudini proprio con il persistere dello stato d’emergenza, è anche vero che la proroga costante di questa condizione è stata contestata dai più autorevoli costituzionalisti. Inoltre, nemmeno in tempi di pace l’andamento era coerente con le norme costituzionali. Né vale a giustificare tutto questo la necessità di semplificazione e di decisione in tempi brevi. Poiché la Costituzione si può modificare unicamente attuando la procedura aggravata prevista dall’articolo 138.

  Oggi, si assiste a una pressoché totale trasfigurazione delle regole costituzionali, ulteriormente accentuata, negli ultimi tempi, dalla compressione di tantissime libertà e diritti, come quelli all’istruzione, alla mobilità, alla riservatezza, al lavoro e all’iniziativa economica. Limitazioni che vanno contro le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità ma attuate comunque dall’esecutivo, con la vergognosa compiacenza di maggioranza e opposizione.

  Quello che sta scomparendo dalle aule del parlamento è il confronto democratico. Lo conferma il decrescente numero di emendamenti discussi e approvati. Per evitarne un abuso, e il ricorso strumentale a fini meramente ostruzionistici, i regolamenti di Camera e Senato prevedono alcune limitazioni. Per questo motivo molti emendamenti non sono nemmeno discussi. I presidenti delle due assemblee legislative o di commissione possono insindacabilmente decidere se gli emendamenti sono proponibili (ossia non estranei alla materia) o ammissibili (aventi una reale portata modificativa e non contrastanti con deliberazioni già adottate). Nel corso della votazione alcuni emendamenti possono anche essere assorbiti (quando la proposta di modifica è compresa in un altro testo approvato) o preclusi (quando l’emendamento risulta in conflitto con altri già approvati).

  Di fatto stiamo assistendo a una modifica informale della Costituzione, condotta, non solo con il favore delle tenebre, ma anche delle minoranze, quindi di tutti coloro che sono stati eletti dai cittadini perché li rappresentassero in nome di una Costituzione che purtroppo non c’è più, sostituita da una forma di carta non scritta messa in atto da un Governo illegittimo oligarchico.   

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