I danni psichici ed economici dovuti al green pass sono in molti casi irreversibili.
Dopo due anni di sacrifici, restrizioni e
sofferenze gli Italiani devono poter tornare alla propria vita, alla normalità,
alla legittima libertà di cui si godeva prima della pandemia e per la quale e
stato alto il prezzo da pagare in termini di vite umane per poter vivere in uno
Stato Democratico, dove la Sovranità come sancito dalla Carta Costituzionale,
appartiene al Popolo che è Sovrano.
Il panico, gonfiato da un’informazione
morbosa e da una classe politica d’incapaci, ha portato la gente non solo ad
accettare, ma addirittura a convincersi che fossero giusti i DPCM limitativi
della libertà personale, tanto per fare un esempio: i Sindacati, che avrebbero
dovuto tutelare la libertà e il diritto al lavoro, hanno invece infierito
contro gli stessi tesserati, richiedendo ai datori di lavoro misure di
contenimento sempre più aspre, imponendo addirittura la profilassi del tampone
a proprie spese.
Le restrizioni imposte con rigore
inflessibile anche ai bambini e ai ragazzi, hanno destabilizzato l’equilibrio
psichico di molti. La malattia è stata trattata come una colpa, e pertanto,
secondo il Governo le punizioni sono state necessarie, al fine di tutelare la
libertà. Principio letteralmente folle!! Siamo ricaduti in una logica peggio
che medievale, perché almeno nel Medioevo l’untore era un nemico ed era sano,
oggi è il malato, cioè la vittima stessa della malattia. In questo delirio
millenaristico, e a seguito delle strategie di contenimento a gran voce
richieste, il tessuto sociale è stato irrimediabilmente lacerato.
Il green pass è stato un punto di non
ritorno, perché ha annullato la solidarietà sociale, accendendo dei conflitti
indegni anche tra fratelli. Tanto per fare un esempio: i lavoratori vaccinati,
plagiati dalla mala informazione, sia medica che mediatica; anziché sentirsi
sicuri per il proprio vaccino, chiedono con forza il green pass che li protegga
dal contatto con i non vaccinati, Ignorando il fatto che gli unici a non
compromettere la salute degli altri sono proprio i no-vax, e i no-green pass.
L’affermazione,
sempre ripetuta da entrambe le parti: “La tua libertà finisce dove comincia la
mia“, è il frutto della stupidità indotta dalla paura, perché significa in
effetti: quella che tu ritieni sia la tua libertà finisce dove io ritengo che
cominci quella che io ritengo sia la mia, ed è ovvio che su queste basi non
esiste dialogo possibile.
Il problema oggi è come uscire da questa
spirale di irrazionalità e ricucire una lacerazione che divide categorie
sociali che, dovrebbero essere unite: lavoratori con lavoratori, studenti con
studenti, etc. È necessario recuperare alcune conquiste culturali e morali che
davamo per acquisite e che invece sono state perdute: la malattia non è una
colpa; il malato è la vittima di un evento più forte di noi; l’epidemia è
causata dal virus e non dagli untori; la vaccinazione è un diritto non un
dovere; chi non si vaccina rischia prima di tutto per se stesso, mentre chi si
vaccina è relativamente protetto, anche se molti sostengono a torto di stare in
una botte di ferro perché vaccinati.
Con una
guerra in corso nel cuore dell’Europa e con tutti i problemi che ne derivano,
con la crisi energetica e con l’inflazione che sta esplodendo, l’ultima cosa di
cui abbiamo bisogno è vivere ancora con gli schemi del 2020.
Quindi, dopo il 31 marzo, basta Green
pass, basta limitazioni, basta divisioni sulla base dello stato vaccinale,
anche tra gli studenti, basta discriminazioni sul posto di lavoro. È il momento
di rialzare la testa. Questa la
situazione che si prospetta. Si tratta naturalmente di anticipazioni che
dovranno essere tradotte in normativa, se la situazione sanitaria legata
all’emergenza SARS COV 2 sarà in miglioramento, tutto dovrà finire il 31 marzo
2022, green pass e vaccinazione obbligatoria inclusa.
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